Leonardo Del Vecchio è stato l’emblema del genio imprenditoriale e il simbolo di chi si è fatto da solo. In lui c’era tutto: la passione artigiana, la bottega, il salto industriale, l’intuito per ciò che ha futuro. E, da qui, la nascita di un’azienda leader nella produzione e distribuzione di occhiali come Luxottica e poi la creazione di EssilorLuxottica. “La realizzazione del sogno di una vita”, come lui stesso amava definirla.

Sopra tutto, c’era in Del Vecchio la riconoscenza verso chi lo aveva aiutato in questo lungo percorso.

Persona semplice e di poche parole, Leonardo Del Vecchio non ha mai dimenticato chi gli era stato al fianco e fino all’ultimo dei suoi giorni il suo pensiero è andato ai suoi collaboratori.

“In tutte le fasi della mia vita e di quella di Luxottica, i collaboratori hanno fatto la differenza. Più dei marchi, più delle catene di distribuzione, più dei macchinari di produzione. Le persone, in fabbrica o nei mercati, con la loro passione per il lavoro, l’attaccamento all’azienda e la capacità di fare squadra hanno permesso di affermarci in tutto il mondo, di resistere nei momenti difficili e di cogliere appieno ogni opportunità”.

Cav. Leonardo Del Vecchio, Fondatore

Una delegazione del Circolo Pensionati Luxottica, di cui fanno parte alcuni degli storici collaboratori del Gruppo, consegna a Leonardo Del Vecchio la tessera numero zero del Circolo.
Una delegazione del Circolo Pensionati Luxottica, di cui fanno parte alcuni degli storici collaboratori del Gruppo, consegna a Leonardo Del Vecchio la tessera numero zero del Circolo.

Non è un caso che Luxottica sia stata tra le prime aziende in Italia a introdurre la mensa gratuita per i collaboratori – era il 1972. E, ancora, non è un caso che negli anni della crisi finanziaria mondiale del 2008-2009 Leonardo Del Vecchio abbia messo a punto il modello di quello che poi è diventato noto ovunque, e poi seguito da molti, come “Welfare Luxottica”: un insieme di misure concrete che vanno dal microcredito all’acquisto e rimborso dei libri di testo, dal carrello della spesa alle borse di studio per studenti e dipendenti meritevoli, dal rimborso delle tasse universitarie ai summer camp, alla copertura assicurativa delle spese mediche, al servizio di ascolto, contributi per asili nido e tanto altro. 

È, di nuovo, in un momento difficilissimo per il mondo intero, come quello attraversato con la pandemia da Covid, che Leonardo Del Vecchio interviene immediatamente, stanziando 100 milioni di euro per aiutare i dipendenti in difficoltà e le loro famiglie. E donando denaro e strumenti per sostenere le strutture sanitarie.


Pensare ai collaboratori e, insieme, alla collettività.

Leonardo Del Vecchio, che era nato orfano di padre, ha sempre avuto nella “fabbrica” – come amava chiamarla – la sua seconda famiglia, un tutt’uno con quella famiglia che si era costruito personalmente. 

Già famoso e molto ricco, era felice se poteva trascorrere del tempo nei reparti, guardare ogni nuovo modello di occhiale prodotto, ritrovare per un saluto quei “giovani” che decenni prima gli avevano dato fiducia lavorando senza sosta insieme a lui per dare vita a Luxottica. Ragazzini di quindici o sedici anni che con lui – a sua volta poco più che ventenne – erano cresciuti passando dalla scuola dell’obbligo fino a diventare dirigenti e partecipi della straordinaria avventura di Luxottica. 

Con tutti e nel tempo ha sempre condiviso i traguardi raggiunti attraverso premi di risultato annuali, il regalo di azioni Luxottica in occasione del suo 80esimo compleanno, piani di azionariato diffuso.

“Sono cresciuto senza padre e in istituto. Crescere senza famiglia è qualcosa che non si può spiegare, se non lo si è vissuto. Ti segna”

Leonardo Del Vecchio e Luigi Francavilla in un momento del Family Day 2015 ad Agordo.

Leonardo Del Vecchio e Luigi Francavilla in un momento del Family Day 2015 ad Agordo.
Leonardo Del Vecchio visita la fabbrica di Agordo, accompagnato dal figlio Leonardo Maria Del Vecchio, in occasione del Family Day 2015.
Leonardo Del Vecchio visita la fabbrica di Agordo, accompagnato dal figlio Leonardo Maria Del Vecchio, in occasione del Family Day 2015.

Leonardo Del Vecchio  nasce il 22 maggio del 1935 in una casa di ringhiera di Milano, ultimo di quattro fratelli. Il padre, commerciante di frutta emigrato dalla Puglia nel capoluogo lombardo, muore per una polmonite fulminante prima che Leonardo nasca. Il fondatore di Luxottica ne prende il nome. A 7 anni la madre Grazia Rocco, dovendo lavorare e non avendo nessuno a cui lasciare il piccolo Leonardo, non ha altra scelta che affidarlo ai Martinitt (nota 1) perché abbia un’educazione e non finisca sulla strada.

Quando esce dal collegio a 14 anni Del Vecchio diventa il cosiddetto ‘fioeu’ di bottega, il garzone, alla Johnson, azienda che da oltre un secolo realizza medaglie. Di giorno lavora e la sera segue i corsi di disegno e incisione alla prestigiosa Accademia di Brera. Ha già il suo sogno: costruire qualcosa che sia tutto suo. Alla Johnson osserva e studia come si fanno gli stampi per le medaglie: cerca di carpire le tecniche e i segreti di lavorazione degli artigiani più esperti, poi torna alla sua postazione e mette in pratica ciò che ha visto fare. Diventa un abilissimo incisore e stampatore, saperi che si riveleranno fondamentali quando deciderà di passare dalle medaglie agli stampi per l’industria e poi alle montature per occhiali.

È proprio alla Johnson che, dovendo incidere dei fregi su delle montature in metallo, entra per la prima volta in contatto con il mondo dell’occhialeria.

Dopo aver imparato a fondo il mestiere di incisore e stampatore, decide di mettersi in proprio. Lavora di giorno come operaio, per assicurarsi una paga, e di notte nella minuscola officina che ha avviato alla periferia di Milano.  

“Per anni il mio pranzo è stato a base di cavoli bolliti. Il loro odore mi ricorda la grande fatica, i sogni che avevo di fare qualcosa di mio, magari piccolo, ma dove mettere a frutto le mie idee e le mie capacità. Ho sempre pensato di essere un privilegiato per la passione e per l’enorme voglia di fare. Ero certo che tutto sarebbe dipeso da me e dal mio lavoro”.

Comincia così, a 23 anni, la storia imprenditoriale di Leonardo Del Vecchio come terzista stampi e minuteria metallica, anche per l’occhialeria. In quell’officina, mette a frutto le abilità acquisite all’Accademia di Brera e comincia a produrre astine di metallo con piccoli fregi per conto di alcuni produttori di occhiali del Cadore.

Tre anni più tardi è già il momento di cambiare passo: smantella l’officina, carica i macchinari sul vecchio furgone e parte per le Dolomiti. Da qui comincerà un cammino inarrestabile che porterà le montature italiane a conquistare il mondo.

Il 1961 è l’anno della svolta. Il 27 aprile ad Agordo, tra le cime delle Dolomiti, fonda Luxottica. Al suo fianco ha due soci, Francesco Da Cortà e Vittorio Toscani, proprietari della Metalflex nonché due dei suoi migliori clienti e solidi imprenditori cadorini dell’occhialeria, che pochi anni dopo Leonardo liquiderà diventando unico proprietario di Luxottica.

Sceglie Agordo perché il Comune offre incentivi a chi apre attività imprenditoriali in una zona che a partire dagli anni ‘50 era diventata territorio di disoccupazione ed emigrazione , a causa della chiusura delle vecchie miniere. Oltre agli incentivi, troverà però anche gli agordini: lavoratori indefessi e leali, senza i quali non avremmo la Luxottica di oggi. Il Tito, il Gino, l’Arcangelo, il Bortolo e tanti altri, insieme a Luigi Francavilla, operaio specializzato che lascia l’impiego fisso in Svizzera per seguire Leonardo Del Vecchio senza averlo mai incontrato prima. Sarà il suo storico braccio destro.

Accanto ad Agordo c’è il Cadore, il distretto industriale dell’occhialeria. 

Quel che segue è storia nota. Il passaggio dai semilavorati all’assemblaggio degli occhiali da vendere con il marchio, Luxottica, fino al primo Mido, il salone degli occhiali di Milano.

“Con una decina di modelli ideati e realizzati da me e Luigi Francavilla ci presentammo al Mido. Eravamo timorosi di non riuscire a vendere granché; invece fu un successo inaspettato. Tornammo ad Agordo stanchissimi e felici e con la consapevolezza che il nostro futuro era cambiato per sempre”.

Fin dai tempi della Johnson, Leonardo Del Vecchio lavora con la volontà di diventare il più bravo, di fare il prodotto migliore e più innovativo. Sceglie di avere un’azienda verticalizzata, dalla produzione alla distribuzione; ha un orizzonte internazionale, guarda soprattutto negli Stati Uniti; acquista distributori e brand.

Già, i brand. Sono gli anni in cui nel mondo furoreggia lo stile italiano con il prêt-à-porter di Armani, Versace, Ferrè. Ed è qui che per Luxottica avviene una delle svolte più importanti: l’alleanza con la moda.
È una rivoluzione perché da dispositivo medico di correzione della vista, gli occhiali diventano un accessorio di moda e design, espressione di personalità. 

Luxottica sigla la licenza per produrre gli occhiali firmati Armani (lo stilista resterà per tutta la vita amico e anche socio di Leonardo Del Vecchio), di Versace, Bulgari, Prada, Dolce&Gabbana ma anche Chanel, Ralph Lauren, Tiffany e molti altri.

Ma Del Vecchio sa che le licenze da sole non possono bastare, perché così come arrivano, possono andarsene. Per questo inizia a costruire un portafoglio marchi di proprietà che bilancia quello delle licenze, diversifica l’offerta con l’acquisizione di marchi forti, popolari e di prestigio per soddisfare consumatori eterogenei, con gusti e stili di vita diversi. Il primo è Vogue Eyewear, cui seguono i Persol, fino a quando Luxottica non si sposta oltreoceano per un’acquisizione non solo importante in sé ma per il suo valore simbolico: compra Ray-Ban, il produttore di occhiali da sole per antonomasia, amati e indossati in ogni angolo del pianeta e sfoggiati dai divi del cinema come dai presidenti americani.  E dopo i Ray-Ban, rileva la californiana Oakley, che porta in dote anche Oliver Peoples, rafforzando così il suo portafoglio di marchi d’eccellenza nello sport performance e nel lusso.

Nel 1990 Luxottica si quota alla Borsa di New York e nel 2000 in quella di Milano.

Leonardo Del Vecchio con Giorgio Armani
Leonardo Del Vecchio con Giorgio Armani
Un momento della visita di Mark Zuckerberg in Tortona 35, il nuovo showroom digitale del Gruppo EssilorLuxottica. Insieme a Leonardo Del Vecchio, anche alcuni top manager di EssilorLuxottica tra cui Francesco Milleri, Paul du Saillant, Leonardo Maria Del Vecchio e Rocco Basilico.
Un momento della visita di Mark Zuckerberg in Tortona 35, il nuovo showroom digitale del Gruppo EssilorLuxottica. Insieme a Leonardo Del Vecchio, anche alcuni top manager di EssilorLuxottica tra cui Francesco Milleri, Paul du Saillant, Leonardo Maria Del Vecchio e Rocco Basilico.

Nel 2014, dopo essersi allontanato per qualche anno dalla gestione operativa dell’azienda, Del Vecchio torna al timone di Luxottica per ristrutturarla profondamente e portare a termine un progetto che da tempo insegue: unire le lenti agli occhiali portando sotto lo stesso tetto il maggior produttore di lenti e il leader delle montature, abbracciare il digitale e completare la piattaforma distributiva in Europa.

Il sogno si avvera il 1° ottobre 2018 quando viene annunciata la fusione tra l’italiana Luxottica e la francese Essilor. È l’unione tra due n.1: nasce EssilorLuxottica, all’epoca 15 miliardi di fatturato, con Leonardo Del Vecchio azionista di riferimento.

Manca ancora un tassello. Arriverà nel 2021 con l’acquisizione di GrandVision, uno dei principali retailer ottici, un’operazione da 8 miliardi di euro con cui completa finalmente anche la sua rete di negozi in Europa. 

Il gruppo è solido e ora non resta che svilupparlo ancora di più imbracciando in modo più deciso la tecnologia. I mitici Ray-Ban diventano Ray-Ban Stories, smart glasses di nuova generazione con Meta. Solo il primo passo verso una nuova espansione tecnologica.

Leonardo Del Vecchio fa in tempo a vedere i primi prototipi, l’incontro a Milano tra il fondatore di Luxottica e il fondatore di Meta intenti a provare i nuovi “occhiali intelligenti” fa parte della storia.

Pochi mesi dopo, la vita terrena di Leonardo Del Vecchio si conclude. È il 27 giugno del 2022.

Agordo e il popolo di Luxottica sono sotto choc. “Anche se aveva già la sua età, lo pensavamo immortale”, dicono gli amici di una vita che gli tengono compagnia tutta la notte in attesa del funerale (“non potevamo lasciarlo solo”). In migliaia, donne e uomini, intere famiglie occupate in  Luxottica, si mettono in fila di primo mattino per dare l’ultimo saluto al loro Presidente.

Ma la visione e la voglia di partecipare alla costruzione di un Paese sempre migliore che ha sempre animato Leonardo Del Vecchio sono ancora vivi.

Per questo aveva costituito la Fondazione che porta il suo nome: per restituire ed essere partecipe.

Parlando di uno dei primi progetti realizzati dalla Fondazione Del Vecchio (l’accordo con la Santa Sede per il salvataggio del Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina) disse che per lui era “una gioia immensa”. E aggiunge: “Spero ci saranno presto altre iniziative come questa che mi permettano di restituire al nostro Paese tutto il bene che ha saputo donarmi”. 

Con questo spirito la Fondazione Leonardo Del Vecchio prosegue il suo impegno, onorando il nome del suo Fondatore.


(1) I Martinitt sono una storica istituzione di assistenza milanese nata nel 1532 per offrire ricovero, assistenza e istruzione a bambini e ragazzi poveri e abbandonati. Nel 1753 è sorto un analogo istituto per le bambine, le Stelline. Oltre a Leonardo Del Vecchio sono stati ospiti dei Martinitt, tra gli altri, gli imprenditori Angelo Rizzoli, Edoardo Bianchi e Marco Dabbene